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Antonio Testa

Hanno i miei quadri a gloria esser ragione
d’alto commento e illuminata chiosa

là dove, ardendo, l’intelletto guida

per veri occulti a una bellezza ascosa.

Per misteriose vie ci guidan gli alti

Spiriti, miranti oltre il corporeo velo:

segue la mano, che fremendo avvisa

oltre il cielo del mondo, un altro Cielo,

e nel segno mortal, cui tanta ingombra

ténebra – un più divino Ordine adombra.

Antonio Testa

Antonio Testa fu anzitutto pittore e uomo di profonda cultura. Ultimo di tre fratelli nacque a Torino nel 1904, ma visse fin dalla sua più tenera infanzia nel castello di famiglia a Baldissero d’Alba, una casa, quasi magica, che trasuda in ogni sua parte cultura e storia e che gli fu per tutta la vita una preziosa guida…

Nei suoi scritti ricorre sovente il ricordo di quei tempi lontani, quando i lumi erano a candela e a petrolio, quando la lettura avveniva nella “Saletta dei Colonna” e la conversazione nel “Salone dei Savoia” così chiamate per le rispettive quadrerie.

Si laurea, più per dovere in legge e per aspirazione in filosofia, ma è la pittura che lo interessa e lo assorbe completamente; il Padre lo affida al pittore orientalista Alberto Rossi con cui compirà diversi viaggi in Oriente.

Sono degli stessi anni i viaggi a Parigi e a Londra dove conosce le varie correnti della pittura a lui contemporanea, ma mantiene sempre, fin da allora una indipendenza intellettuale

In questo primo periodo sono numerose le Esposizioni, i premi del Re e della Regina, le grandi opere sacre, dove lo studio e l’amore per la pittura spagnola del Seicento sono sempre presenti. Del 1933 la grande “Ultima Cena” per la Chiesa Parrocchiale di Santa Caterina a Baldissero d’Alba, del 1934 l’Abside della Cappella di San Giovanni de La Salle a Torino e del 1938 la decorazione della Chiesa della Divina Provvidenza ancora a Torino.

E’ di questi anni l’incontro con la sua Musa ispiratrice: la bellissima Valentina, prima valente cantante lirica e poi ceramista di altissimo livello.

L’avvento della guerra interrompe un percorso che sembrava muoversi sotto i migliori auspici: le bombe degli inglesi su Torino distruggono il suo grandioso studio, l’eredità della tenuta di Baldissero d’Alba ed una forma di rinuncia al successo esteriore per la ricerca di una soddisfazione personale nella riuscita di tecniche pittoriche sempre nuove, lo allontanano dalla vita pubblica.

Tuttavia nasce negli anni Sessanta una lunga collaborazione con la Pia Società San Paolo di Alba che si concluderà, quando ottantaseienne, dipingerà un’ “Ultima Cena” ancor più drammatica della prima e che oggi si trova a Cinisello Balsamo (Mi). Dello stesso periodo è la decorazione della Chiesa dei Santissimi Apostoli a Piossasco (To).

In questo secondo momento della sua vita, quando non attende più ad un successo di pubblico, ma ad una soddisfazione interiore, dipinge moltissimi ritratti, paesaggi, fiori, e monotipi, crea sceneggiature dalle illustrazioni del Doré e negli ultimi anni, riuscendogli troppo faticoso dipingere, scrive una serie di romanzi che sarà cura dell’Associazione Culturale Antonio Testa dare alle stampe.

Un approfondimento sulla vita e sull’opera dell’artista piemontese si può avere attraverso la lettura della Monografia del pittore Antonio Testa a cura di Cottino, Ferri e Cavanna, e del libro autobiografico “Ricerca di una Tecnica” di Antonio Testa, Edizioni L’Artistica di Savigliano.

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